diritto all'oblio in rete

Il diritto all’oblìo è una questione tanto importante quanto controversa. Seppur riconosciuta in molti Paesi anche a livello normativo, non sempre è uniforme, e, soprattutto, efficace (se non possibile).

L’era digitale, negli ultimi anni,  ha fatto sì che l’esigenza sottesa a questo diritto della personalità venisse amplificata, poiché oggigiorno non c’è nulla di più facile che trovare i propri dati online, anche senza il nostro consenso.

Cos’è il diritto all’oblìo?

Tecnicamente il diritto all’oblìo è la una forma di garanzia che prevede che non possano essere diffusi dati pregiudizievoli dell’onore di una persona se non in presenza di particolari motivazioni. In questo senso, può non essere legittimo diffondere informazioni riguardanti procedimenti o condanne penali di una persona, salvo non si tratti di diritto di cronaca; e, anche in questi casi, ci sono dei limiti da considerare, come l’effettiva sussistenza di un interesse pubblico e il lasso di tempo trascorso dall’accaduto.

Per quanto riguarda le informazioni pubblicate su Internet, il diritto all’oblio consiste nella cancellazione dagli archivi online, anche a distanza di anni, di tutto il materiale che può risultare sconveniente e dannoso per coloro che sono stati protagonisti in passato di fatti di cronaca nera (e non solo).

Oltre a questo specifico ambito, con il GDPR (il nuovo Regolamento UE 2016/679 sulla protezione dei dati personali) è stato sancito il diritto di ognuno di noi ad ottenere la cancellazione dei dati personali che lo riguardano se sussiste uno dei motivi seguenti (cfr. art. 17 GDPR):

  1. i dati personali non sono più necessari rispetto alle finalità per le quali sono stati raccolti e trattati;
  2. l’interessato ha revocato il consenso su cui si basa il trattamento e non sussiste altro fondamento giuridico per il trattamento medesimo;
  3. l’interessato si è opposto al trattamento e non sussiste alcun motivo legittimo prevalente per procedere al trattamento;
  4. i dati personali sono stati trattati illecitamente;
  5. i dati personali devono essere cancellati per adempiere a un obbligo legale;
  6. i dati personali sono stati raccolti relativamente all’offerta a minori di servizi della società dell’informazione.

Come esercitare il diritto all’oblìo in rete?

Chiunque ha diritto a richiedere la cancellazione dei propri dati e può ottenerlo semplicemente contattando il titolare del trattamento dei dati del sito web (o, nel caso, il responsabile), e può essere fatto in qualsiasi momento, anche se in passato si è concessa l’autorizzazione al trattamento dei propri dati.

Merita una specifica menzione la possibilità di richiedere la rimozione di URL, dati personali e immagini quando questi siano presenti sui motori di ricerca, diritto per la prima volta riconosciuto dalla nota Sentenza della Corte di Giustizia Europea del 13 maggio 2014 (nella controversia promossa da Mario Costeja Gonzalese e l’AEPD contro Google Spain e Google Inc.).

In questo caso risulta sempre piuttosto difficile riuscire ad ottenere un risultato apprezzabile, principalmente perché l’interlocutore è spesso un’azienda internazionale di grandi dimensioni, con un suo grado di “burocrazia” interna che crea una sorta di muro di gomma tra le parti.

Questo non deve scoraggiare l’eventuale richiedente, poiché sono numerosi i provvedimenti del Garante della Privacy in questa materia e, anche se bisogna considerare i tempi non brevi per ottenere una risposta, il diritto alla riservatezza viene sempre garantito, sussistendone i presupposti.